SAPEVI CHE I COLORI STAMPATI NON SONO ESATTAMENTE COME LI CREDIAMO?
Sicuramente saprete che per ottenere un colore grigio o un rosa, dobbiamo retinare (alleggerire) quello specifico colore, nel caso dell’esempio sarà retinato il nero e il magenta.
Fino a qui niente di nuovo.
MA VI SIETE MAI CHIESTI COME SI FA A STAMPARE UN COLORE PIÙ CHIARO?
Molti potrebbero rispondere (e tra questi ci sarei stata anch’io fino a qualche anno fa) “mettiamo meno colore”. Non è questa la risposta corretta!!
Prima di rispondere facciamo una doverosa premessa: se in fase di stampa guardiamo un colore retinato (come un grigio) con il microscopio o anche con un banale lentino di ingrandimento possiamo notare che è formato da moltissimi puntini, questi puntini costruiscono appunto un retino. I puntini avranno dimensioni maggiori se il retino è alto, come un grigio al 90%, o al contrario molto piccoli se è un grigio al 10%, cioè quasi bianco. (L’immagine che segue sarà sicuramente esaustiva!)
Se il colore è pieno al 100% NON ESISTE IL RETINO!
Premettiamo anche che la macchina da stampa utilizza 4 colori per stampare (CMYK) [vedi articolo su CMYK e RGB], questi colori sono tutte tinte al 100%, quindi il colore è pieno e non retinato.
Forse ad alcuni di voi sarà già chiara la soluzione dopo queste premesse, ma rispondiamo esaustivamente alla domanda “come otteniamo in stampa un colore retinato, cioè più chiaro?”
Il colore utilizzato è sempre quello presente nella macchina da stampa, quindi sarà o un ciano o un magenta o un giallo o un nero al 100%. A questi 4 colori non possiamo aggiungere una tinta bianca per schiarirli (come facevamo a scuola con le tempere).
Ma in realtà abbiamo necessità di aggiungere del bianco per schiarire il colore pieno, perciò la macchina da stampa fa in modo di “sommarlo” agli altri senza dover utilizzare una tinta vera e propria.
Infatti, l’arte della stampa “gioca” su un difetto del nostro occhio. L’occhio umano fa fatica a distinguere i milioni di piccolissimi puntini (del retino) infatti tende a “mescolarli”. Perciò non abbiamo bisogno di aggiungere del bianco in barattolo, basterà lasciare più o meno spazio (e quindi bianco carta) tra un puntino e l’altro e ci penserà il nostro occhio a sommarlo al colore.
Il bianco “utilizzato” è quello della carta, cioè del supporto su cui si stampa!
Se i puntini sono molto fitti (quindi c’è poco bianco tra uno e l’altro) il colore sarà molto scuro, fino ad un 99% di retinatura. Mentre se i puntini sono più distanti allora la tonalità sarà più chiara, fino ad un 1%.
Ovviamente questi puntini sono microscopici, invisibili al nostro occhio, ma capaci di ingannarlo!
Visto che abbiamo compreso come si forma il retino sarà più semplice anche capire come si formano i colori secondari. Se vogliamo fare un verde retinato ci saranno tanti puntini gialli e blu VICINI e NON SOVRAPPOSTI, i quali verranno “mescolati” dal nostro occhio, ottenendo così il colore verde!